La Circolare Ministeriale prot. 0008284 del 03-03-2021 indica che la vaccinazione nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica) dovrebbe essere eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa. Le evidenze su cui è basata tale indicazione derivano dai documenti ad interim del WHO relativi all’utilizzo dei vaccini Covid. In questi documenti si afferma che “…i dati attualmente disponibili indicano che la reinfezione sintomatica entro 6 mesi dall'infezione iniziale è rara. Pertanto, le persone con infezione da SARS-CoV-2 confermata dalla PCR nei 6 mesi precedenti possono ritardare la vaccinazione fino alla fine di questo periodo”. Studi che hanno incluso individui con pregressa infezione da SARS-CoV-2 evidenziano un titolo anticorpale più elevato dopo una singola dose di vaccino rispetto a coloro che non erano stati precedentemente infettati. La risposta di tipo booster osservata tra gli individui con pregressa infezione suggerisce che la memoria immunologica in tali soggetti è presente e persiste per alcuni mesi dopo l'infezione. Verosimilmente l’infezione superata agisce da primer sul sistema immunitario e di fatto costituisce l’equivalente di una prima dose del vaccino. La successiva esposizione all’antigene vaccinale ha come risultato un effetto booster con conseguente incremento del titolo anticorpale. Se tale modello è corretto, e non vi sono al momento ragioni perché sia messo in dubbio, non vi sono evidenze per affermare che una singola dose di vaccino somministrata prima che siano trascorsi 3 mesi dall’infezione debba essere seguita da una seconda dose. Pertanto, quando possibile, è opportuno rispettare il range temporale indicato dalla circolare Ministeriale più sopra menzionata, ma qualora la vaccinazione in questa tipologia di soggetti fosse stata eseguita prima del 3° mese dall’infezione non si ritiene opportuno procedere con la somministrazione della seconda dose. Riguardo a coloro che hanno superato l’infezione da oltre 6 mesi (ad es. i pazienti della prima ondata del Covid), la circolare afferma che la vaccinazione con 1 sola dose dovrebbe essere eseguita preferibilmente entro i 6 mesi, pertanto è implicito che anche questi pazienti, in particolare alla luce delle esigenze di estendere la copertura vaccinale al maggior numero di soggetti possibile, possano essere vaccinati con 1 singola dose poiché al momento non vi sono evidenze del fatto che la memoria immunologica si estingua dopo più di 6 mesi dall’infezione. Una sola dose vaccino è sufficiente per indurre una buona risposta anticorpale nei pazienti con pregressa infezione e potrebbe risultare irrilevante la risposta immunitaria alla seconda dose. Infine, tali raccomandazioni potrebbero essere modificate qualora dovessero emergere ulteriori evidenze.